È difficile stimare l’entità della corruzione
(che spesso si associa a evasione fiscale e ad altri fenomeni di malaffare o di
criminalità organizzata). Documenti ufficiali riportano la cifra indicativa di
60 miliardi di euro l’anno e questo può dare un’idea della grandezza della
sfida. Il Commissario straordinario per la revisione delle spesa pubblica conta
di riuscire a tagliare, nell’arco dei prossimi 3 anni, fino a poco più di 30
miliardi di euro. Sembrerebbe pertanto abbastanza immediato ritenere che -
conducendo una seria lotta alla corruzione - ne potrebbero derivare rilevanti
risorse per il rilancio dell'economia.
Nonostante la gravosità della sfida,
lo Stato in passato ha reagito al dilagare del fenomeno corruttivo e adesso
sembra voler dare un ulteriore impulso in tale direzione tramite la creazione
dell’Agenzia nazionale anticorruzione (A.N.A.C.).
Come suo presidente è stato scelto Raffaele Cantone,
un magistrato a lungo impegnato sul fronte della lotta alla
mafia. L’A.N.A.C. è stata interessata da
una rilevante modifica da parte del d.l. 24 giugno 2014, n. 90 che ne ha
significativamente trasformato la struttura e i poteri. Soprattutto ne ha
ampliato la missione istituzionale. Rientra ora nelle sue competenze anche il
controllo di tutti i contratti pubblici di appalti, di servizi e forniture che
prima spettavano ad un’altra autorità, quella della “vigilanza dei contratti
pubblici" (Avcp), contestualmente soppressa con il trasferimento di mezzi
e personale. È previsto che entro il 31 dicembre, l’A.N.A.C. predisponga
un piano di riordino della nuova autorità; mi aspetta un durissimo lavoro, ma
particolarmente interessante e stimolante che può portare alla creazione di un
authority operativa a 360 gradi, sia sul piano dell’anticorruzione sia su
quello del controllo degli appalti.
Se però l’A.N.A.C. sarà o meno una scatola vuota
dipenderà anche da come sapranno farla funzionare in concreto; il decreto legge
citato ha obiettivamente rafforzato i nostri poteri sotto più profili e ora sta
all’Autorità stessa dimostrare di sapere incidere nella realtà, tenendo
presente, però, che il lavoro non è quello di scoprire fatti di corruzione
(competenza questa della magistratura penale) ma di mettere in campo gli
anticorpi per evitare che i fatti di corruzione accadano.
Di corruzione, e di mala-politica si parlerà Giovedi 24 Luglio a partire dalle ore 18.00 a Marano di Napoli, presso la Sala Cavallo della Casa Comunale al Corso Umberto I nel corso di un incontro dibattito aperto al pubblico organizzato dall’a.p.s. Omnibus per la presentazione del Volume “Il cancro della corruzione” del Tenente Colonnello Claudio Mazzarese Fardella Mungivera (ediz. Rogiosi) a cui parteciperanno il Sindaco di Marano, Angelo Liccardo, il presidente della Commissione Cultura della cittadina, Vincenzo Marra e il presidente dell’associazione Mariarosaria Lumiero. Modererà l’altro socio e giornalista dell’associazione, Paolo Russo, esperto di Comunicazione pubblica, sociale e politica.
Di corruzione, e di mala-politica si parlerà Giovedi 24 Luglio a partire dalle ore 18.00 a Marano di Napoli, presso la Sala Cavallo della Casa Comunale al Corso Umberto I nel corso di un incontro dibattito aperto al pubblico organizzato dall’a.p.s. Omnibus per la presentazione del Volume “Il cancro della corruzione” del Tenente Colonnello Claudio Mazzarese Fardella Mungivera (ediz. Rogiosi) a cui parteciperanno il Sindaco di Marano, Angelo Liccardo, il presidente della Commissione Cultura della cittadina, Vincenzo Marra e il presidente dell’associazione Mariarosaria Lumiero. Modererà l’altro socio e giornalista dell’associazione, Paolo Russo, esperto di Comunicazione pubblica, sociale e politica.
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