mercoledì 23 luglio 2014

A proposito di corruzione (6)




A livello internazionale in molti Stati esistono autorità anticorruzione; si tratta però di realtà variegate e non riconducibili a una tipologia unitaria. Nei rapporti internazionali intessuti e studiando alcuni report ho verificato che spesso quelle straniere sono autorità con poteri di polizia o persino giurisdizionali o, all’estremo opposto, si tratta di autorità inserite e collegate direttamente a ministeri. In Francia ad esempio l’anticorruzione è collegata al ministero della giustizia. L’Authority italiana, invece, ha i caratteri di un’autorità indipendente; è nominata dal governo ma richiede il parere favorevole dei 2/3 delle commissioni parlamentari e dura 6 anni, quindi più di quanto possa durare il governo nominante: in questo senso è una novità sul piano internazionale. L’esperienza delle autorità straniere, per quanto molto diverse, sembra incoraggiante; esse pare abbiano conseguito concreti risultati nella lotta alla corruzione; almeno questo è quello che emerge dai report degli organismi internazionali.
La corruzione si annida nelle pieghe della burocrazia che non funziona e che pone ostacoli; gli ostacoli spesso si possono superare proprio corrompendo i funzionari infedeli o mettendoli a “libro paga”: è per questo che una semplificazione intelligente delle procedure (che non significa affatto eliminazione dei controlli, ma individuazione di controlli rapidi ed efficienti) può aiutare a combatterla. Spesso sono le regole e le norme tortuose e complicate che cagionano la corruzione.
Volendo indicare un punto di inizio, la lotta alla corruzione richiede interventi sinergici che solo operando insieme possono consentire risultati accettabili. Una buona prevenzione va sempre accompagnata a una repressione che funziona. Infine, ma non certo per importanza, è indispensabile una battaglia di tipo culturale. Per troppo tempo in Italia la corruzione è stato un fenomeno sottovalutato o persino considerato una sorta di “stato di necessità” per superare ostacoli insormontabili di tipo burocratico: In alcuni casi il corruttore, al pari dell’evasore fiscale, è stato considerato un “furbo” capace di aggirare gli ostacoli. Deve invece imporsi l’idea che la corruzione è un male assoluto, come le mafie: entrambe danneggiano i cittadini perché rendono il sistema economico e imprenditoriale molto più debole e molto meno rispettoso delle regole della concorrenza.
 Di corruzione, e di mala-politica si parlerà Giovedi 24 Luglio a partire dalle ore 18.00 a Marano di Napoli, presso la Sala Cavallo della Casa Comunale al Corso Umberto I nel corso di un incontro dibattito aperto al pubblico organizzato dall’a.p.s. Omnibus per la presentazione del Volume “Il cancro della corruzione” del Tenente Colonnello Claudio Mazzarese Fardella Mungivera (ediz. Rogiosi) a cui parteciperanno il Sindaco di Marano, Angelo Liccardo, il presidente della Commissione Cultura della cittadina, Vincenzo Marra e il presidente dell’associazione Mariarosaria Lumiero. Modererà l’altro socio e giornalista dell’associazione, Paolo Russo, esperto di Comunicazione pubblica, sociale e politica.

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